mercoledì 17 dicembre 2008

Ethical Diamond

E' nata a Milano la prima linea di diamanti etici, estratti, lavorati e commercializzati nel pieno rispetto dei diritti umani. Un'alternativa concreta per chi ritiene che la dignità delle persone e dei popoli e la salvaguardia dell'ambiente rappresentino l'obiettivo e la condizione principale di un'economia sostenibile.

Nonostante venga spesso taciuto il problema della gemme sporche di sangue il cui commercio serve ad alimentare guerriglie e abusi dei diritti umani non è solo un brutto ricordo passato, anzi è all'ordine del giorno tanto da divenire soggetto di "The blood diamond", plurinominato film con Leonardo Di Caprio uscita nelle sale italiane dal 26 gennaio 2007.

Il lancio del film ha fatto si che tornasse alla ribalta l'interesse verso gli Ethical Diamond la prima linea di diamanti estratti, lavorati e commercializzati nel pieno rispetto dei diritti umani e dell'ambiente.

Per la prima volta nel mercato dei diamanti se ne può controllare la provenienza, grazie a un numero di serie e un logo incisi al laser scongiurando così il finanziamento di loschi affari e terrorismo.

Si tratta di diamanti provenienti dal Canada e, precisamente, da una miniera situata nello stato dei Territori del Nord Ovest. La miniera basa la sua attività su alcune priorità tra cui:

  • la sicurezza dei lavoratori;
  • l'instaurazione di un rapporto corretto e rispettoso con le popolazioni locali;
  • un alto grado di responsabilità ambientale.

Gli Ethical Diamond sono pietre uniche in Italia, perché vendute dalla Gioielleria Belloni con tre importanti garanzie:

  • la prima ne certifica l'origine, attraverso un numero di serie e un logo (il Canadamark) e la "foglia d'acero" simbolo del Canada, incisi al laser sulla pietra stessa. Ed è proprio questa la vera rivoluzione nessun diamante al mondo si conosceva, fino ad ora, la provenienza;
  • la seconda attesta che tutta la filiera, dall'estrazione alla vendita, aderisce al "Canadian Diamond Code of Conduct", un severo codice di condotta stipulato dal governo canadese che deve essere obbligatoriamente rispettato sia da chi estrae sia da chi vende le pietre in questione; e, infine, la terza (comune anche agli altri diamanti) ne certifica purezza, peso e colore.

Grazie a questo sistema gli ethical diamond superano la convenzione ONU (Kimberly Process) che pur regolamentandone il commercio non si pone come risolutiva in quanto non garantisce in alcun modo il rispetto reale dei diritti di indigeni e lavoratori, ma solo che i Paesi estrattori e con cui si commercia non sono in guerra.

Inoltre, a causa dell'inesistenza di controlli indipendenti e sovranazionali, viene più volte violata.

Il progetto Ethical Diamond ha ricevuto anche una menzione speciale nell'ambito del Premio San Bernardino 2006 riservato alle migliori campagne pubblicitarie di comunicazione sociale

La Gioielleria Belloni, inoltre, devolve una royalty del 5% a Soleterre Onlus. In particolare, "ethical diamond" si schiera al fianco della campagna "Il Solitario", che ha l'obiettivo di sostenere 700 bambini in Sierra Leone e Costa d'Avorio all'interno di 4 case famiglia che erogano servizi sanitari, educativi e sociali. Il legame fra il diamante etico e il progetto è evidente anche semplicemente leggendo lo slogan della campagna: "In Africa c'è un diamante a cui non è concesso brillare. E' un bambino orfano di guerra".


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